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venerdì 22 novembre 2013

Nanna

La nanna è sempre un punto interrogativo.
Quando Camilla è nata, non dormiva un granché.
Ci alternavamo, io e suo papà, nei tentativi.
Nella culla, nella sdraietta, nell'ovetto a farla dondolare, nel lettone, in braccio...ma niente.
Non c'era modo, e dopo un mesetto eravamo abbastanza stanchi e disperati.
Così abbiamo seguito il consiglio letto in giro e sentito ovunque: ai neonati piace stare avvolti, in modo da sentirsi un po' come nella pancia della mamma.
E vai di copertine per avvolgerla, asciugamani, cuscini, abbiamo addirittura comprato un aggeggio che oltre a farla sentire avvolta imitava il suono del battito cardiaco.
Ma non appena la mettevamo nella culla ecco che partiva la sirena.
Un disastro.
Il giorno in cui ha compiuto due mesi non ne potevamo più.
L'ho messa nella sua stanza, nel suo lettino, quello "grande" con le sbarre, presa dallo sconforto.
Lei ha allargato le braccia e le gambe, fatto un sospirone e poi...si è messa a dormire!
Da allora grossi problemi di sonno non ce ne sono stati, abbiamo sempre letto la storia, dato i bacini e poi io me ne andavo prima che dormisse e fino al mattino non la sentivo.
Tante cose poi sono cambiate.
Quando suo papà è andato via, lei ha dormito nel mio letto per qualche mese.
Ne aveva bisogno lei, forse anche io.
Una sera mi ha detto:"Vado nel mio letto" ed è finita lì.
Da allora è tornata ad addormentarsi da sola nella sua camera, ma durante la notte si sveglia e viene nel mio letto.
Porta due peluche, uno per sé e uno per me.
E io me li tengo lì tutti e tre.
Suppongo che tata Lucia inorridirebbe.
Non viene perché non si sente al sicuro nella sua stanza, non viene perché ha paura, viene per stare con me e per tutta la notte mantiene un contatto fisico, anche solo con una manina o un piedino (o più spesso con tutto il corpo sempre più vicino, sempre più vicino, finché non rischio di cadere giù!)
Sono sicura che riportarla nel suo letto la farebbe sentire rifiutata.
E allora sono assalita da mille dubbi.
Non c'è un'intimità di coppia da preservare, e allora farà davvero così male se divide il lettone con me?

martedì 19 novembre 2013

La bimba nella pancia

Quando ancora non ero mamma, quando sentivo le altre mamme raccontare delle domande dei piccoli mi chiedevo cosa avrei risposto quando mi avesse fatto la fatidica domanda:"Come nascono i bambini?" pensando che sarebbe stato molto difficile dare una risposta.
Niente cavoli, cicogne o cose simili, la verità e basta, ma come?
Bene ci siamo quasi.
La domanda sta per arrivare, la respiro già nell'aria.
Abbiamo un'amica incinta, l'abbiamo vista che aveva meno pancia di me, la rivediamo a 10 giorni dalla data presunta del parto.
Camilla la guarda, mi guarda, è un po' perplessa.
Mi abbasso e le chiedo:"Sai chi c'è lì dentro?"
Sgrana gli occhioni, non sa cosa pensare.
"Una bimba!!" le dico.
Fissa la pancia, non dice niente, ma ci pensa, già lo so.
Così a casa le faccio vedere le foto di quando era piccolissima e le spiego che anche lei era nella pancia della mamma, quando era molto piccola, che quando è diventata grande abbastanza è nata, cioè è uscita per rendere tanto felici le vite di mamma e papà.
"Anche tu eri nella mia pancia, mamma?"
"No amore, io, quando ero molto piccola, ero nella pancia della nonna"
Questo va oltre le sue capacità di comprendere..."davverooooo??" mi chiede?
Non è mica convinta.
Però da una settimana racconta a chiunque che quando era piccola piccola così (e si accuccia) era nella pancia della sua mamma e poi è nata e beveva solo il latte e si faceva la pipì addosso.
Tutti ridono, e io penso alla prossima fase, quando chiederà come è uscita.
E poi, come è entrata.

venerdì 18 ottobre 2013

Capricci e castighi

La mia bambina è biondina, ha gli occhi azzurri, la faccia da angioletto e sa come prendere gli adulti.
Se vuole qualcosa ti guarda con i suoi occhioni, te la chiede con la testina inclinata, un tono di voce tenerino, mette le manine giunte e dice:"ti preeeegoooo".
Tutti quelli che la vedono dicono quanto è dolce, carina e delicata etc etc...
Ma loro non la vedono quando dice no. Quando è il momento di sedersi a tavola e non vuole mangiare, quando le dico che i biscotti alle 19 non glieli do, quando è il momento di spegnere la tv, quando io dico si e lei invece dice NNNNNNNNNo.
Si trasforma. Da principessina da salvare diventa un drago sputafuoco con gli occhi iniettati di sangue.
Si mette a piangere, grida "voglio il mio papoooooo" (sapendo che è il mio punto debole, io ho sempre paura che la nostra separazione la faccia soffrire molto) , si butta per terra e si salvi chi può.
E allora mi chiedo quale sia il metodo migliore per risolvere questi capricci.
Tata Lucia insegna che si debbano ignorare e questo cerco di fare.
Certo, quando sono in ritardo per il lavoro e lei decide che non vuole essere vestita ignorare è un po' difficile.
E lo è anche quando si rifiuta categoricamente di mangiare.
Ignoro? Se ignoro non mangia, e la pediatra le corre già dietro con le provette degli esami del sangue perchè è magra, non possiamo tanto permettercelo, allora che si fa?
Diciamocelo, leggiamo articoli, ci informiamo, compriamo libri di psicologia infantile, ma poi alla disperata le proviamo tutte.
La televisione NON VA BENE quando si mangia.
Però funziona.
E le minacce?
Non si minaccia mai, questo lo sappiamo tutte.
Però funziona.
Non si mette un bambino con le spalle al muro, mettendolo nella condizione di fare quello che vogliamo perché non ha alternative. 
Però funziona.
Tutto quello che non va fatto funziona.
A volte allora mi chiedo dove sia il limite. Va bene provare un po' le varie possibilità perché la vita non è quella che vediamo in tv o leggiamo sui libri, a volte la scelta teoricamente migliore non è applicabile.
Però ci sono limiti da non superare mai, ci sono cose che un bambino ha diritto di avere e di essere e non possiamo togliergli. Quali sono questi limiti?
Posso decidere di spegnere la tv, posso toglierle di mano i pennarelli mentre dipinge un mobile, posso prenderla di peso e vestirla anche se non vuole, ma cosa non posso assolutamente fare?
Per me questi sono i limiti che non si possono superare:
- Non si possono alzare le mani. Mai, per nessun motivo. Anche se la sculacciata non fa fisicamente danni, ne fa molti emotivamente. Fa sentire traditi, non rispettati, e insegna che se sei fisicamente più forte puoi sopraffare il tuo prossimo. Per me non è accettabile.
- Non si può togliere a nostro figlio il tempo con noi per castigo.
Il tempo con la mamma e il papà è suo diritto. E' la cosa che lo aiuta a crescere più di ogni altra.
Non si può dirgli che non gli leggeremo la storia per castigo o che non giocheremo con lui o che non potrà aiutarci a preparare la cena.
Queste cose sono cibo per la sua anima, non si possono togliere mai.
- Non si può barattare, minacciare, contrattare col cibo.
A letto senza cena per castigo non è accettabile.
Dire che se farà quello che gli chiediamo gli daremo un biscotto non va bene, perchè il cibo non deve essere merce di scambio mai, non deve essere un premio o una punizione, il cibo è buono, mangiare è un momento felice, seolo questo deve percepire il nostro piccolino, se non vogliamo fargli vivere una vita di disturbi alimentari, che sono subdoli, distruttivi e sono davvero costantemente dietro l'angolo. (e questo è un punto che mi sta particolarmente a cuore, perché é una delle gravi conseguenze che mi trascino dall'infanzia. Pur senza aver mai avuto forme tanto gravi da mettere in pericolo la mia vita, posso garantire che si fa una vita d'inferno comunque. A mia figlia voglio evitarlo).
Stesso discorso per il sonno.
- Non si può togliere ad un bambino il piacere del gioco, soprattutto se creativo.
Non si può togliergli i pennarelli se ama disegnare, il pongo, il piacere di ballare o cantare, la gioia di giocare con un gomitolo di lana o con due pietroline. Vietatissimo.

Questa è la mia lista di limiti, mi sembra di non aver dimenticato nulla, ce n'è solo un altro molto difficile che io personalmente cerco di applicare ed è: non si urla.
E' concesso solo in caso di pericolo reale, ad esempio se sta per correre in mezzo alla strada. Altrimenti è un sistema che non approvo, anche se è molto difficile evitarlo sempre.

Ed ora aspetto di leggere che cosa ne pensate voi, quali sono i vostri limiti, quali riuscite a rispettare e quali invece no...non abbiate paura, commentate!!

mercoledì 9 ottobre 2013

Pediculosi -Parte 2

...E se tutto ciò non bastasse e doveste un giorno trovare un animaletto scorrazzare in testa a vostro figlio è necessario acquistare il kit di tortura con cui potrete trascorrere ore felici inseguendo i vostri figli urlanti.
Il bello è che non tutti questi trattamenti sono efficaci, e quelli che lo sono hanno il difetto di essere parecchio tossici per l'essere umano, anche adulto, figuriamoci se in miniatura. Insomma uno di quei prodotti che bisogna utilizzare per forza, quindi è meglio non leggere controindicazioni, se si vuole dormire la notte.
Esistono dei rimedi omeopatici, per chi non è scettico quanto me, uno di quei prodotti con dei nomi strani.
Poi c'è anche l'olio indiano, mi sembra, che potete massaggiare sulla testa. Poi tocca usare un'intera confezione di shampoo per mandarlo via, altrimenti a scuola penseranno che non lavate i capelli a vostro figlio e vi ritrovate i servizi sociali alla porta.
E quelli sono più difficili dei pidocchi, da mandar via. 
Infine ci sono i cari vecchi rimedi della nonna:
  • Aceto
    c'è chi dice che bisogna fare un vero e proprio risciacquo con acqua e aceto, chi invece consiglia impacchi con un asciugamano da tenere 20 minuti, insomma puzzerete come carne in carpione ma almeno avrete i capelli lucidissimi.
  • phon caldo
    A quanto pare i pidocchi vivi dovrebbero morire di caldo. Poi resta da togliere i cadaverini.
  • Olii essenziali vari massaggiati sulla testa e lasciati ad agire tutta la notte sembra abbiano qualche effetto.
Non so quanto funzionino questi ultimi metodi, ma male non fanno, quindi tanto vale tentare...
A questo punto siamo tutti abbastanza informati per decidere quale cura vogliamo provare sui nostri bambini infestati, speriamo di non doverli testare e buona fortuna a tutti!

martedì 8 ottobre 2013

Pediculosi -Parte 1


Stamattina, quando ho portato Camilla all'asilo, ho trovato sulla porta uno di quegli avvisi che mai si vorrebbero trovare.
Non che ci sia qualcosa di serio di cui preoccuparsi, ma in caso la piccola sia vittima della malefica ci saranno urlanti (per lei) e noiose (per me)conseguenze.
Ebbene si, come avrete intuito dal titolo, ecco che alla 4a settimana di asilo arriva già...la pediculosi!
Da brava mamma ossessionata dall'informazione, ecco che arrivata a casa sono subito andata a cercare tutte le informazioni possibili e ve le riassumo qui, nel malaugurato caso in cui anche voi doveste trovare l'avviso, un giorno o l'altro.

La prima cosa che ho scoperto è che nessuno è ancora riuscito a trovare il modo per far si che i simpatici animaletti trovino la nostra testa puzzolente, antipatica, fastidiosa PRIMA di scaricarci sopra migliaia di uova. E' evidente che le pidocchie in gravidanza non hanno lo stesso olfatto che avevo io.
In realtà qualche prodotto naturale ci sarebbe anche, shampoo che abbassano il ph della cute rendendola così inospitale.
Peccato che abbia un effettino collaterale: abbassa il ph della cute. Sorpresona.
Inoltre pare che i pidocchi in realtà se ne freghino abbastanza.
Ad ogni modo ci sono altri metodi per prevenire:
1- Non scambiarsi pettini, spazzoli, mollette e simili.
Infatti Camilla all'asilo mi viene restituita SEMPRE con in testa qualcosa che non ho comprato di sicuro io.
2- Lavare spesso le federe e tutte le camicie/magliette che hanno un colletto.
3- Controllare spesso col pettinino apposito i capelli dei bambini, soprattutto nella zona dietro le orecchie.
Infatti io ho giusto il tempo di incastrare il pettinino prima che la belvetta si divincoli e per tenerla ferma bisognerebbe braccarla in 4.
4- Non accatastare i panni.
ahahahahahahahahahahah ora muoro, questo è fisiologicamente impossibile in casa mia.
Ops...vedo che mi sono dilungata un po' troppo sulla prevenzione, perciò vi lascio in attesa fino a domani per parlarvi di ciò che ho scoperto sulle cure.
A presto!


giovedì 4 luglio 2013

Perchè mamma pasticciona?

Mi piace leggere tutto ciò che trovo sulla salute, la crescita e l'educazione dei bambini.
Forse perché vorrei sapere cosa fare in ogni circostanza, avere risposte ad ogni dubbio che mi assilla, sapere se è davvero il caso di portare mia figlia al pronto soccorso oppure basta una pomatina, se le sto facendo vedere troppa tv, se resterà traumatizzata vedendomi troppo felice triste o stanca, se davvero hanno ragione i miei quando sostengono che sto dicendo troppi no, oppure ha ragione il papà che invece è sicuro del contrario.
C'è sempre una domanda senza risposta: chissà se la Raviolina sta abbastanza all'aria aperta, se i miei orari assurdi la stanno destabilizzando, se i progressi della sua crescita sono regolari, se passa troppo tempo con me, se la sua timidezza è normale, se è meglio che non mangi per giorni in attesa che le venga abbastanza fame per mangiare il pesce, oppure è meglio cedere e lasciarla vivere di Bucaneve almeno mangia qualcosa, se venire nel lettone ogni notte all'una e mezzo è un vizio da debellare o un'esigenza da assecondare, se la presenza di BruttaGatta la rende felice o gelosa e infastidita, se, se,  se, se, se, se, se...
Insomma continuo ad informarmi e a formarmi in questo mestiere di mamma che adoro, ma che mi fa diventare pazza, nel continuo tentativo di farlo al meglio.
Per questo motivo questo blog ha cambiato nome e indirizzo e perso qualche post, alla fine un blog generico che parla sempre di bambini è un mamma blog.

martedì 2 aprile 2013

Anniversari

Io ho dei seri problemi con gli anniversari.

Voglio parlarvi del giorno in cui ci siamo sposati.
La prima immagine che ho di lui quel giorno è un sorriso radioso e il mio bouquet di fragole e margherite tenuto con le braccia tese, lontano dal corpo, perchè gli avevo detto che poteva anche gocciolare rosso.
Era così felice di sposarmi, così felice.
Poi siamo stati in Madagascar, io volevo andare in Africa, lui non lo ammetterà mai ma aveva una paura strafottuta dei leoni e degli altri animali della Savana e così abbiamo trovato questo compromesso.
Il giorno in cui ci hanno detto che avremmo fatto il nostro tour in 4, e l'altra coppia aveva tra i 66 e i 72 anni sono salita in camera a piangere, e lui a ridere.
Ma tra le lacrime anche a me veniva un po' da ridere.
E poi abbiamo guardato i lemuri a naso in su, io con un cappellino rosso che gli piaceva tantissimo, lui con un berretto da pescatore con cui mi faceva una tenerezza infinita.
Abbiamo riso a crepapelle quando ha visto la piroga con cui dovevamo attraversare 50 metri di mare e si è fatto venire una mezza crisi isterica perché non sa nuotare e poi si è accorto che l'acqua era alta mezzo metro.
Abbiamo deciso di trasferirci qui e abbiamo amato questa casa al primo sguardo.
Anche nuda, senza pavimenti, senza sanitari, senza niente, noi ci siamo guardati e abbiamo capito che era lei.
Il primo capodanno in questa città lo abbiamo festeggiato da soli, io ho preparato la cena e gli ho fatto il tiramisù e lui un pochino lo ha mangiato, anche se ho sbagliato e ci ho messo dentro mezzo chilo di zucchero. "E' un po' dolce" ha detto, masticando i granelli.
Quando questa casa è stata finalmente nostra lui ha dipinto tutte le pareti, ogni stanza un colore diverso, e mi mandava le foto, mentre ero al lavoro, quel lavoro che odiavo tanto.
Abbiamo comprato dei mobili allegri e un armadio ad angolo che per mesi e mesi nessuno riusciva a portarci così come doveva essere e alla fine ci siamo arresi e lo abbiamo messo dritto.
Voglio dirvi del giorno in cui abbiamo deciso di avere un bambino. Del primo mese, quando è arrivato il ciclo e io piangevo. Del secondo mese, quando è arrivato il ciclo e io dicevo:"Non sono capace di fare un bambino" e lui mi abbracciava.
E del terzo mese, quando lo sapevo già, che il ciclo non sarebbe arrivato, ma non l'ho detto a nessuno, ho covato dentro di me per una settimana la gioia più grande.
Poi ho fatto un test, ho comprato una scatolina colorata e gliel'ho data.
E lui era felice, io l'ho visto che era felice.
Alla prima ecografia non ha detto una parola, poi a casa guardando quella specie di virgoletta sdraiata, mi ha detto:"La nostra Palina è la più bella del mondo".
E quando è nata, avreste dovuto vederlo, col suo camice verde, la cuffietta in testa e questa versione di se stesso in miniatura tra le braccia, con un cappellino bianco con gli elefantini. Erano bellissimi, lui e la nostra Palina.
E poi....
Poi ho appena cancellato tutto il resto, tutto quello che avevo scritto.
Poi non ce l'abbiamo fatta e basta.

E così un giorno mi sono svegliata dopo un we trascorso da mio fratello con Camilla, un we per dare a lui un po' di respiro, era un lunedì, sono uscita dalla doccia e non trovavo il mio phon. E' sempre stato lì. Solo io lo uso. Che cavolo è successo al mio phon?
Apro tutti gli sportelli ed eccolo lì, come ci è finito? E chi ha messo il cavo arrotolato così che io....
Ed ecco che il mondo mi è crollato addosso.
Lui ha negato, io ho incalzato.
Ho ricordi confusi, io e lui in un supermercato a litigare, con la bambina in braccio a lui, poi a me, poi a lui, sentivo le orecchie ronzare, la testa pulsare.
E alla fine ha ammesso.
E' stata quasi una liberazione, ho pensato :"Va bene, abbiamo toccato il fondo, adesso risaliamo insieme, noi siamo NOI" e gli ho fatto un bel discorso sulle "colpe" di entrambi e sulla famiglia che eravamo e sull'amore e sull'importanza di tutto ciò che avevamo costruito.
Gli ho detto:"Io ti amo, mettiamoci d'impegno, ricominciamo tutto, che dici?"

Donne, non mettetevi mai con gli uomini sposati, perché un uomo sposato non lascerà mai la sua famiglia, sua moglie, sua figlia, per l'amante che sarà anche divertente ma in tutto ciò è solo un'estranea.
Nessun uomo lo farà. Ops....nessuno meno uno.

Un anno fa, lunedì 2 Aprile 2012, è iniziato un periodo triste e difficile, e io ho dei seri problemi con gli anniversari.